Le armi nell’Amaca di Michele Serra

Le armi nell’Amaca di Michele Serra

Commentando il fatto di cronaca che ha coinvolto il deputato Pozzolo, Michele Serra dedica alle armi l’Amaca comparsa su Repubblica del 5 gennaio.

Non è la prima volta che Michele Serra dedica alle armi la propria Amaca, la rubrica quotidiana che firma su Repubblica. Nell’edizione del 5 gennaio l’impianto (già dal titolo, «Il partito armato») è strettamente politico: la tesi di fondo è che il deputato Emanuele Pozzolo meriti «le attenuanti ambientali» visto che è cresciuto in un mondo, quello della destra italiana contemporanea rappresentata dal binomio Lega-Fratelli d’Italia, per il quale «le armi da fuoco sono considerate materiale nobile, orpelli da ostentare».

Per Serra «la vocazione armigera della destra» stride con la tradizione del Paese che «tra i tanti difetti non ha, o almeno non aveva», la venerazione delle armi da fuoco; escluse «un paio di minoranze organizzate, cacciatori e tiratori sportivi che almeno possono accampare un pretesto tecnico», gli italiani erano abituati a considerare «fucili e pistole come dotazione delle forze dell’ordine e dell’esercito».

Serra ritiene che sia stata per prima la Lega, con una posizione allora inedita sul tema della legittima difesa, a rivoluzionare l’approccio; questa tendenza l’hanno seguita in molti, «guadagnandosi la riconoscenza eterna della lobby delle armi». E oggi «il culto delle armi è al governo».

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