Lettera di Gavino Mura ad Anpam: “Bisogna riaprire le attività”

“È necessaria la riapertura, ed in tutta Italia, della filiera legata al mondo dello sport praticato con le armi”.

Il candidato alle prossime elezioni per il presidente della Fitds (Federazione italiana tiro dinamico sportivo), Gavino Mura, già a capo della federazione per due mandati olimpici (2009-2012 e 2013-2016), ha scritto al direttore dell’Anpam (Associazione nazionale produttori di armi e munizioni), Mauro Silvis.

Gavino Mura (al centro) insieme con i tiratori della nazionale Edoardo Buticchi (a sinistra) e Roberto Vezzoli

Da persona “addetta ai lavori”, sia come esercente (Mura è titolare dell’armeria Fracassi di Pavia), sia come tiratore sportivo (vanta numerose vittorie a livello internazionale nel tiro dinamico sportivo), Gavino Mura ha voluto sollecitare la riapertura delle attività legate al mondo armiero.

Scrive Mura: “Mi riferisco specificatamente sia alle aziende produttrici che a quelle della distribuzione e del commercio.

È inutile che mi soffermi sugli aspetti devastanti creati dalla situazione pandemica, è sotto gli occhi di tutti, situazione che ha avuto chiari effetti negativi anche su tutte le aziende armiere e giorno dopo giorno, aumenta in maniera estremamente critica la grave emergenza economica in cui versano.

Il mio parere è che sia arrivato il momento di riaprire le attività, ovviamente con la dovuta attenzione e nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dagli organi sanitari preposti”.

Produzione industriale e sport

Come ho già affermato, il nostro settore è direttamente collegato al mondo dello sport ed alle Federazioni che lo rappresentano come la Uits, Fitav, Fidasc e Fitds ed è proprio dalla riapertura dei poligoni che, a mio giudizio, dovremmo iniziare”.

Mura indica “una proposta di procedura di sicurezza per poligoni e campi di tiro”. Questi i punti fondamentali indicati da Gavino Mura:

  1. i campi di tiro hanno di norma una vasta estensione territoriale e sono prevalentemente all’aperto; non hanno mai zone di condivisione quali spogliatoi e/o docce e le zone per il pubblico sono collocate molto lontano dagli atleti per ovvii motivi di sicurezza, non legati alla emergenza che stiamo vivendo;
  2. le aree di tiro (stand) vanno da un minimo di 10/20 metri di larghezza a 20/30 metri di lunghezza, consentendo ampie distanze fra i tiratori durante il cambio turno;
  3. i tiratori, durante l’esercitazione, riescono a mantenere una distanza minima di circa 2/3 metri tra di loro se non superiore, con un rischio di contatto/contagio molto basso, se non addirittura nullo.
  4. la frequenza dei tiratori può essere disciplinata organizzando turni di tiro attraverso la segreteria della società del campo di tiro stesso, alla quale si potrà accedere, se necessario, con mascherina, guanti, un tiratore per volta e a debita distanza dalla postazione della segreteria.

Aprire per non morire

In conclusione, per evitare un irrimediabile tracollo economico delle aziende, credo che sia arrivato il momento di passare alla riapertura graduale di tutti gli sport iniziando proprio da quello del tiro, in quanto il distanziamento sociale e molto facile da garantire, come sopra ben evidenziato”, conclude la lettera di Mura.

Speriamo che, per una volta, gli sport legati alle armi da fuoco subiscano un trattamento privilegiato, proprio in virtù dell’abitudine alla sicurezza da cui sono permeati.