Proposte di legge sulle armi: l’analisi dell’avvocato Ferrari

Proposte di legge sulle armi: pistola 1911 calibro .45 ACP
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Se approvate, le ultime proposte di legge sulle armi creerebbero gravi problemi al tiro sportivo, alla difesa abitativa e all’attività dei poligoni.

Se andiamo a congiungere idealmente le proposte di legge sulle armi a firma Walter Verini (Partito Democratico) e Riccardo Magi (+Europa) si ottiene la tempesta perfetta. In parole povere la fine dei giochi, intesa come la fine non solo del tiro sportivo e ludico sportivo ma dell’attività dei poligoni (certo di gran parte di questi) e della difesa abitativa. Quello che risulta a prima vista intollerabile è che il rappresentante di un micro partito (nato nel 2018) che rappresenta forse il 3% dei votanti possa affondare un intero comparto che fra praticanti, appassionati e lavoratori della produzione e dell’indotto conta alcuni milioni di interessati; per sottacere delle decine di migliaia di volontari, che con la loro opera a titolo gratuito hanno tirato il carretto negli ultimi 50 anni.

Le ultime proposte vanno molto oltre le bizzarrie del secondo ddl Verini e superano la fantasia: avrebbero l’effetto di azzerare un intero comparto. Sono talmente assurde e irrealizzabili che forse la loro debolezza sta proprio in questo. Eravamo giunti alle comiche con la comunicazione alle persone legate da “stabile relazione affettiva” a prescindere dall’arco temporale, definizione che avrebbe coinvolto la fidanzata del liceo. Qui andiamo oltre: i conviventi maggiorenni avrebbero sette giorni per comunicare alle questure i motivi ostativi (!) al rilascio del porto d’armi. Piccolo particolare: questo equivale a privatizzare un compito della pubblica amministrazione, rimettendolo al libero arbitrio di un soggetto privato che neppure conosce da che parte iniziare una simile trafila. Pura follia. Ma i soggetti conviventi minorenni? Che sarebbero i più meritevoli di tutela? A tutti costoro chi ci dovrà pensare?

Una serie di proposte assurde e irrealizzabili

La proposta (che resti tale, per carità) ci condurrebbe di nuovo fuori dall’Europa, introducendo un obbligo di denuncia per tutti i caricatori di qualsiasi capienza. Entriamo poi nello spazio intergalattico degli orrori: non si potranno più detenere munizioni presso le abitazioni (!); o meglio, solo i cacciatori potrebbero detenerle per il solo periodo di apertura della caccia, dunque per pochi mesi l’anno. Tutti gli altri dovrebbero comprarle al poligono (anche dove non le vendono) oppure in armeria per detenerle presso i poligoni, che diventeranno così dei depositi di munizioni conto terzi. Impossibile che questo possa accadere.

Si vuole fissare un limite di 20 armi da caccia e ogni licenza dovrebbe autorizzare solo la detenzione delle armi specifiche. Quindi, messa giù così, la detenzione di armi corte non sarebbe in alcun modo consentita, visto che né il tiro a volo né la caccia sono praticabili con pistole o revolver. In un Paese europeo normale simili uscite non troverebbero alcuna possibilità di attecchire o essere poste in discussione; sono fondate sulle misure del nulla e non realizzabili, neppure se il nostro apparato burocratico fosse celere ed efficiente a livelli svizzeri.

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