Il Siulp considera insoddisfacente la bozza della legge di bilancio 2026, la quarta del governo Meloni.
Nella bozza della legge di bilancio 2026 c’è un solo passaggio positivo, la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, «misura applicabile a tutti i dipendenti»; sul resto dell’impianto il Siulp, sindacato maggioritario del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, che segnala «la sorprendente incoerenza dell’esecutivo rispetto agli impegni assunti», è molto critico.
«Dopo numerose promesse di riconoscimento e gratificazione» scrive in una nota Felice Romano, il segretario generale, «spesso accompagnate da encomi per l’abnegazione e i sacrifici anche estremi», non solo non seguono atti concreti, ma s’introducono «misure penalizzanti» o si negano «benefici concessi ad altri settori del pubblico impiego».
Sono tre i passaggi critici: l’esclusione del comparto dalla defiscalizzazione degli emolumenti accessori; l’innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia, «in contrasto con la specificità richiesta e con quanto dichiarato dal governo nella precedente manovra»; il mancato stanziamento di fondi per il rinnovo contrattuale dell’area dirigenziale «e per la specificità del personale non dirigente». A ciò si aggiunge la mancata approvazione del decreto legge che consente di bandire concorsi per ufficiali di polizia giudiziaria.
«Non vorremmo» si chiude la nota «che, nonostante i sacrifici sempre maggiori dovuti alla cronica carenza di organico e all’aumento dei servizi per effetto delle tensioni sociali, l’alto senso di responsabilità e di servizio dimostrato dagli operatori sia scambiato per remissività».
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