Smith & Wesson 52-2, un gioiellino di giochino

La Smith & Wesson 52-2 cal. .38 S&W Special Wad Cutter, con certezza quasi assoluta, può essere definita la più particolare pistola semiautomatica della Casa di Springfield, molto più nota per i suoi revolver

Il marchio Smith & Wesson è legatissimo alla tradizione armiera americana ma, per forza di cose, questo legame è molto più stretto con le rivoltelle, vero cavallo di battaglia di quest’azienda. Comunque, per  vedere l’introduzione sul mercato della prima pistola semiautomatica a fuoco centrale in doppia azione (quindi dell’era moderna), basta attendere fino al 1954 con il Model 39: anche se non ha mai spiccato il volo, è tuttora arma molto rispettata per il suo livello di finiture e per la pulizia dello scatto, da sempre punto di forza della Casa. Il modello 52 viene concepito pochi anni più tardi (1961) come versione da tiro delle stessa 39; ma non bisogna prendere sotto gamba questa definizione: molte Case apprestano le loro “Target Version” con canne un po’ più lunghe, magari dotate di contrappeso per camuffare la sporgenza dal carrello, con sistemi di mira regolabili e nulla più.

Rivoluzione importante

Qua, invece, la rivoluzione è veramente importante. La canna è si più lunga di oltre un pollice, ma viene modificato anche tutto il carrello e di conseguenza il fusto per raggiungere un’armonia perfetta; ma è a livello meccanico che abbiamo la vera differenza: la canna a circa, 7/8 mm dalla volata, ha un delicato risalto di centraggio, che va a impegnarsi sulla boccola regolabile grazie alle dentellature in cui si incastra la spina di ritegno, comandata da una molletta. Lo scatto è stato radicalmente trasformato in singola azione (in realtà a partire dal modello 52-A, per quanto la doppia fosse inibita già nel modello 52), e tra l’altro è veramente di una qualità stupefacente: trigger reach perfetto, grilletto largo e ben solcato, scatto leggero, netto, rapido e costante, collasso di retroscatto inesistente, grazie anche al trigger stop inserito nel fusto e perfettamente tarato in azienda. Ma c’è ancora una rivoluzione in quest’arma rispetto alla sua progenitrice, e riguarda la cameratura: l’arma infatti è stata convertita per il precisissimo .38 Special Wad Cutter. Stiamo parlando quindi di cartucce espressamente destinate al tiro e molto uniformi tra un caricamento e l’altro: qualunque sia il produttore che le offre, si parla sempre di munizioni con palla da 148 grs, rigorosamente a punta completamente piatta per tagliare nettamente la carta del bersaglio e spinte a velocità ben al di sotto di quella del suono.

 

Le reazioni allo sparo

L’effetto allo sparo è veramente singolare; chiaramente le reazioni sono modestissime ma, tirate in una semiauto, hanno un aspetto folcloristico: il rinculo è inesistente, mentre il rilevamento è percettibile, visto il peso mediamente elevato per una 9 mm. Ma quello che stupisce è il tempo di ciclo: la molla di infatti è debolissima per garantirne il funzionamento, e questo avvantaggia l’apertura ma penalizza fortemente il ritorno in batteria del carrello, che è davvero dolcissimo. Questo non conta nulla ai fini della precisione (anzi,le vibrazioni sono inferiori), ma solo sulla rapidità di ripetizione: ma la S&W 52-2 non è nata per questo. Ma non è tutto: sparare con questa meravigliosa pistola non è solo sorprendente: è anche bellissimo. Fustellare una mouche dopo l’altra è assolutamente possibile, almeno con chi ha preso un po’ di confidenza con l’arma. Parlo della confidenza perché non è comunque un’arma facilissima: chi la usa per la prima volta riuscirà a fare colpi splendidi alternati a colpi orribili, e lo fa per un motivo semplice, purtroppo ha una linea di mira molto alta sia sull’asse della canna (19 mm) e ancor più su quello dell’impugnatura (tra la linea dell’indice e il cielo della tacca 66 mm); si pensi che a confronto la Sig P210 (pietra miliare nelle pistole di precisione che le viene paragonata per l’eccellenza) sugli stessi parametri offre, rispettivamente, 18,5 mm e 52 mm. Il fatto di avere un assetto delle mire più basso consente di ridurre le leve e, quindi, di conseguenza di perdonare l’errore. Tradotto in numeri: se faccio un errore (tremolio) di pochi decimi di millimetro al momento dello scatto, in una S&W 52 avrà una ripercussione il 30% superiore rispetto a quello di cui soffrirà una Sig P210, con la conseguente moltiplicazione sulla distanza di tutti e 25 i metri che ci separano dal bersaglio.

 

Fascino irresistibile

Per fare un paragone un po’ ardito: la S&W 52-2 è una bellissima donna, con un fascino irresistibile ma un po’ bizzosa e, soprattutto con un caratteraccio severo ma giusto. Trattatela a modo e vi darà grandiose soddisfazioni, ma non perdonerà il minimo errore, anche se involontario. Insomma, una sfida nella sfida: difficile resistere…